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La pluralizzazione religiosa è un tratto caratteristico delle società europee contemporanee. Tuttavia, spesso le istituzioni pubbliche faticano ad elaborare misure adatte alla piena inclusione delle organizzazioni religiose non maggioritarie. Il volume propone una comparazione in chiave storico-giuridica e in ottica sociologica delle legislazioni in Italia e nel Vaud, mostrando come esse prevedano forme di riconoscimento giuridico delle organizzazioni confessionali attraverso iter politici discrezionali e diano luogo a sistemi piramidali profondamente discriminanti. L'autore utilizza la legislazione italiana e vodese per dimostrare come i sistemi normativi agiscano quali meccanismi di disciplinamento e di controllo.
Ciò che occorre, con evidenza e urgenza, sono leggi generali sulla Libertà religiosa che concedano a tutti il diritto ad un'esistenza priva di discriminazioni. Lo studio proposto suggerisce di abbandonare il paradigma allarmista e securitario di governo della diversità religiosa, che fornisce gli strumenti per politiche e pratiche di esclusione su scala nazionale e locale.
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