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Silenziosa, enigmatica e inquietante immobilità. Ecco ciò che trasmettono le vedute dipinte da Eduard Angeli (Vienna, 1942), raccolte nel catalogo edito da Marsilio Arte e raccontate attraverso le parole del curatore Philip Rylands, dello storico dell'arte Klaus Albrecht Schröder e del critico d'arte Marco Meneguzzo. Il volume Eduard Angeli. Silentium è pubblicato in occasione dell'omonima mostra promossa dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, visitabile al Magazzino del Sale alle Zattere veneziane dal 13 aprile al 24 novembre 2024. L'esposizione presenta quattordici vedute, principalmente veneziane, di grandi dimensioni: immagini diurne e notturne, a volte di paesaggi e di edifici. Tutte le opere esposte sono accomunate dalla assenza di figure umane, come dimostrano Il bar (2006), Il faro (2013) e La lanterna (2023). Figura di spicco nel panorama artistico contemporaneo, Eduard Angeli vanta un lungo sodalizio spirituale con la città di Venezia: a partire dal 2001, infatti, l'artista frequenta assiduamente e per lunghi periodi la città lagunare, per poi stabilirsi in una casa-atelier al Lido. Proprio da qui Angeli dà inizio a un ciclo pittorico che si sviluppa negli anni e che trasforma la città nella protagonista delle sue opere. Apre il catalogo il contributo Eduard Angeli. Silentium, in cui le parole del curatore Philip Rylands guidano il lettore alla scoperta della pratica artistica di Angeli, in un'attenta e approfondita riflessione sull'influenza di Venezia nell'immaginario del pittore austriaco. Klaus Albrecht Schröder dedica le pagine del suo testo Il silenzio di Eduard Angeli a uno dei temi più indagati dall'artista: il mito del silenzio e della malinconia. Marco Meneguzzo in La nostalgia dell'orizzonte riflette sulla differenza tra nostalgia e malinconia, due sentimenti che permeano le opere di Angeli. Chiudono il catalogo le immagini delle opere in mostra e di una decina di altre tele selezionate, completate da una sezione di apparati contenente una biografia dell'artista e la cronologia completa delle mostre e delle collezioni che ospitano le sue opere. Le rappresentazioni enigmatiche di Angeli raccontano una Venezia inedita: volatile, misteriosa, quasi fuori dal tempo. Da oltre cinquant'anni, infatti, al centro della produzione artistica di Angeli c'è il tema del silenzio, della malinconia. «A eccezione di alcuni primi dipinti - ricorda Schröder - Angeli non ha mai smesso di dedicarsi all'immobilità del mondo. Da oltre vent'anni ritrova questo tema nel mito della città morta. Questi quadri sono visioni interiori di un silenzio crepuscolare e fanno di Angeli una figura straordinaria nel panorama artistico contemporaneo».
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